martedì 11 giugno 2013

Se l'altra metà della mela ha il verme dentro:)


È una verità universalmente riconosciuta che un uomo in possesso di un paio d’occhi debba necessariamente sottoporre ad attenta analisi qualunque esponente di sesso femminile intercetti il suo campo visivo.
La cosa interessante, se notate bene, è il suo “sguardo di rientro”, ovvero l’espressione a metà strada tra il colpevole e l’attonito quando all’improvviso si accorge che lo state osservando e che avete palesemente assistito alla traiettoria dei suoi bulbi oculari durante l’intera fase di perlustrazione.
Generalmente lo sguardo di rientro è accompagnato da un sorriso complice, che vorrebbe sminuire la gravità del misfatto, ma che, il più delle volte, non fa che accentuarne la serietà, innervosendo oltre modo. Le giustificazioni addotte a tale comportamento spaziano dalla biologia alla hobbistica, tirando in ballo Darwin o i vecchi detti secondo cui “l’uomo è cacciatore”. I nostalgici di Julio Iglesias potranno anche abbozzare un “quando un uomo tradisce, tradisce a metà”, i più intonati addirittura cantarlo.
Resta da stabilire a che tipo di selvaggina appartenga la fanciulla che è stata poc’anzi oggetto delle sue attenzioni, e verosimilmente delle sue fantasie, e che tipo di vino abbinarvi.
La cosa diventa ancora più complessa quando dal settore oculistico si passa a quello dialettico dove, complice l’utilizzo alternato di un unico emisfero cerebrale, gli uomini sono perdenti in partenza. Il problema che nella quasi totalità dei casi li frega è la mancanza di coerenza dei loro racconti; sottovalutano, infatti, il radar collocato in un punto imprecisato dell’organismo femminile che consente il ritrovamento immediato di qualsivoglia incongruenza narrativa.
Esempio:
“Ricordo ancora la splendida vacanza di tre anni fa con gli amici in Svezia … che bel paese!”
“Ah, che bravo che sei … e lei come si chiamava?”
“Ma chi, Ingrid?”
“ Ah, è così che si chiamava?”
“Lei? Il nome non  lo ricordo… sono passati tre anni… e poi mica vado per questo in vacanza, io!”
“Un po’ pochi tre anni per dimenticare un grande amore, non credi?”
“Grande amore? Ma no, figurati, era una cosa così… sai com’è, quando si sta in vacanza tra uomini, quelle cose goliardiche”
“Quindi ammetti che è per questo che vai in vacanza con gli amici!”
“Ma figurati! E forse non si chiamava nemmeno Ingrid…”
“Forse?”
“Beh, Ingrid, o qualcosa del genere, insomma, adesso, così su due piedi… Ti ho già detto che sei bellissima stasera?”

Qui termina il dialogo, mentre l’ultima inquadratura sfuma sul viso viola di rabbia di lei e il labbro tremante di lui, nel vano tentativo di blaterare qualcosa di coerente …

2 commenti:

  1. il riferimento a Julio Iglesias è immenso! e ancvhe l'abbinamento selvaggina-vino! AH AH AH

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    1. fuori dai denti: ironia a parte, non è forse così????

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