martedì 4 giugno 2013

Una pudica dama vestita di verde e d'azzurro

Ha l’aria di una signora raffinata e distinta questa elegante cittadina della Lombardia, quasi inavvicinabile nella sua ricercatezza, ma ad un corteggiatore discreto e rispettoso essa sa svelare con pudore le sue grazie.
Felicemente collocata ai piedi delle Alpi e del Sacro Monte, sulle rive dell'omonimo lago, la “Città Giardino” avvolge il visitatore in un manto di verde e di azzurro, di cui le hanno fatto dono la ricca vegetazione e i numerosi corsi d’acqua che la caratterizzano.
A Varese c’è tanto da vedere, l’importante è predisporre lo spirito alla scoperta di una bellezza quasi sussurrata, mai ostentata e mai volgare, capace, tuttavia, di prorompere con inatteso vigore imponendo sorpresa e stupore al suo cospetto.

La nostra visita inizia da Palazzo Estense residenza di Francesco III d'Este, Duca di Modena e signore di Varese dal 1765 al 1780. Il compito di trasformare l’edificio fu affidato all’architetto Giuseppe Bianchi che ne progettò la facciata su imitazione della residenza imperiale di Schönbrunn, facendo confluire lo stile tardo barocchetto in evidenti influssi neoclassici.
Un inno alla bellezza è lo splendido giardino all’italiana che circonda il palazzo inerpicandosi fino alla cima della collina dalla quale è possibile ammirare un incantevole panorama della città.
Attualmente Palazzo Estense è sede degli uffici Municipali e una sua ala ospita la Biblioteca Civica, ma lasciandosi cullare dalla suggestione del posto non è difficile sentire ancora in lontananza gli echi della vita di corte: grandiose feste, cerimonie nuziali, battute di caccia,  giochi di carte, gare di biliardo, sontuosi banchetti mostrati ai commensali grazie alle portantine, signore riccamente agghindate intente a sorseggiare con malcelata civetteria l’innovativa prelibatezza esotica che appassiona la nobiltà dell’epoca: la cioccolata. Il nostro itinerario prosegue lungo il filo conduttore dei parchi e dei giardini alla volta di Villa Menafoglio Litta Panza: tra i più significativi bene del FAIFondo per l'Ambiente Italiano -la villa fu costruita a partire dal 1748 per volere del marchese Paolo Antonio Menafoglio e domina maestosa e altera il panorama dall'alto del colle di Biumo Superiore. Una visita alla Villa non può prescindere dalla celebre collezione d’arte contemporanea raccolta dal 1956 ai giorni nostri dalla famiglia di Biumo. Nei saloni e nelle grandi scuderie sono, infatti, esposte oltre cento opere di artisti contemporanei, ricchi arredi del periodo che va dal XVI al XIX secolo ed una rilevante  raccolta di arte africana e precolombiana. Ma il fiore all’occhiello della villa resta il suo superbo giardino all’inglese, un vasto parco di oltre 33.000 metri quadrati, ridisegnato nei primi decenni dell'Ottocento in base ai principi del paesaggismo inglese, che andarono ad armonizzarsi con le due grandi fontane centrali, tipiche del giardino formale settecentesco. Il parco offre oggi romantici angoli, come il laghetto, la grotta e la collina del tempietto, dove poter contemplare in assoluta serenità lo splendore dell’insieme.
Altra tappa fondamentale di questo nostro percorso nella Città Giardino è Villa Recalcati, oggi sede della Provincia, emblematico esempio di architettura suburbana settecentesca italiana. Difficile resistere al fascino di una struttura che, trasformata nel 1874 nel “Grande Albergo Excelsior”, ebbe come ospiti illustri Giuseppe Verdi e Gabriele D’Annunzio, diventando un saldo punto di riferimento per le personalità dell’epoca. Quando ne si varca la soglia il motivo di questa preferenza appare nella sua lampante evidenza: il portico a tre archi sembra una scenografica quinta barocca, la sobria facciata prelude alla magnificenza del giardino botanico aperto al pubblico, trapunto di fontane, statue, ninfei e grotte, i meravigliosi affreschi all’interno della villa lasciano stupefatti.

Adagiata su sette colli come Roma, opulenta di fastosi palazzi e ricchi giardini, ma anche di silenti luoghi di culto, la città di Varese saluta il visitatore celandosi ritrosa dietro un velo di pudore, ma suggellando con lo sguardo una promessa di aspettative non disattese.

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