martedì 23 settembre 2014

Perchè il femminicidio non è un omicidio

Ci si chiede spesso come mai il femminicidio sia un fenomeno quasi esclusivamente italiano, almeno tra i paesi occidentali.
Penso che la vera domanda da porsi debba essere: è possibile che vi sia una effettiva parità tra uomini e donne se non vi è parità nelle rappresentazioni dei media?



Come sostiene Graziella Priulla nel libro “C’è differenza”, Il rapporto tra media e società è bidirezionale, con reciproche influenze; i media insegnano anche senza che lo vogliamo, per questo sono molto potenti nello stabilire e diffondere gli stereotipi. Insomma, impongono modelli, soprattutto quelli di genere.
E questi modelli non sono rappresentativi dei cambiamenti della società, in particolare in Italia che, insieme alla Grecia, come risulta da un rapporto condotto su scala europea, figura all’ultimo posto nella rappresentazione paritaria tra i generi.

Soprattutto in tv le donne sono rappresentate come elementi decorativi e, siccome la televisione è vista sempre più da bambini, non è difficile capire quanto questi modelli possano influire negativamente sulla percezione dell’immagine femminile nelle future generazioni. Il risultato è sempre lo stesso, dunque: ridimensionare le donne, alle quali viene riconosciuto il solo dovere di essere belle e di piacere, poco importa che siano mute.

E’ stato calcolato che, nelle trasmissioni televisive italiane, su 100 donne solo 53 sono parlanti, gli uomini lo sono tutti. La cosa grave è che queste tendenze si esportano anche nel mondo dei giochi per bambini, con bambole dalle labbra voluttuose, da truccare e vestire come donne sexy,  ricalcando i modelli televisivi. In questo modo i bambini interiorizzano modelli adulti sbagliati.

Spesso è proprio la complicità femminile ad essere sconfortante, in quanto molte donne non ritengono immorale trattare il proprio corpo come merce di scambio per acquisire notorietà e denaro.

Si comincia sin da piccole ad essere derubate dell’infanzia, persino le bambine sono spesso rappresentate in pose ammiccanti, oppure mentre giocano a fare le mamme, ovvero secondo due stereotipi a cui i genitori, forse inconsapevolmente, si adattano. 
Inoltre, è stato dimostrato che concentrarsi ossessivamente sul look sin da piccoli può portare a dimenticare altre parti fondamentali di sé, come la sfera del ragionamento o quella emotiva e l’interesse eccessivo verso il proprio corpo può far sentire inadeguati, perché il modello da raggiungere è troppo lontano, dando origine a malattie come l’anoressia.


Bisogna alzare il livello di consapevolezza partendo dalla scuola, che ha l'arduo compito di proporre modelli di riferimento diversi, e dai media, affinché assumano coscienza della grandissima responsabilità che hanno verso la società. Un'osservazione: se la donna viene rappresentata come oggetto, il femminicidio non è più un omicidio nella mente di chi lo compie!!!

Dunque, ci meravigliamo ancora del fatto che il femminicidio sia un fenomeno italiano????


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