Ci si chiede spesso come mai il femminicidio sia un fenomeno quasi esclusivamente
italiano, almeno tra i paesi occidentali.
Penso che la vera domanda da porsi debba essere: è possibile che vi sia una effettiva
parità tra uomini e donne se non vi è parità nelle rappresentazioni dei media?
Come sostiene Graziella Priulla
nel libro “C’è differenza”, Il rapporto tra media e società è bidirezionale, con
reciproche influenze; i media insegnano anche senza che lo vogliamo, per questo
sono molto potenti nello stabilire e diffondere gli stereotipi. Insomma,
impongono modelli, soprattutto quelli di genere.
E questi modelli non sono
rappresentativi dei cambiamenti della società, in particolare in Italia
che, insieme alla Grecia, come risulta da un rapporto condotto su scala
europea, figura all’ultimo posto nella rappresentazione paritaria tra i generi.
Soprattutto in tv le donne sono
rappresentate come elementi decorativi e, siccome la televisione è vista sempre più da
bambini, non è difficile capire quanto questi modelli possano influire
negativamente sulla percezione dell’immagine femminile nelle future
generazioni. Il risultato è sempre lo stesso, dunque: ridimensionare le donne, alle
quali viene riconosciuto il solo dovere di essere belle e di piacere, poco
importa che siano mute.
E’ stato calcolato che, nelle
trasmissioni televisive italiane, su 100 donne solo 53 sono parlanti, gli
uomini lo sono tutti. La cosa grave è che queste tendenze si esportano anche nel mondo dei
giochi per bambini, con bambole dalle labbra voluttuose, da truccare e
vestire come donne sexy, ricalcando i modelli
televisivi. In questo modo i bambini interiorizzano modelli adulti sbagliati.
Spesso è proprio la complicità
femminile ad essere sconfortante, in quanto molte donne non ritengono immorale
trattare il proprio corpo come merce di scambio per acquisire notorietà e
denaro.
Si comincia sin da piccole ad
essere derubate dell’infanzia, persino le bambine sono spesso rappresentate in pose ammiccanti, oppure mentre giocano a fare le mamme, ovvero
secondo due stereotipi a cui i genitori, forse inconsapevolmente, si adattano.
Inoltre, è stato dimostrato che concentrarsi ossessivamente sul
look sin da piccoli può portare a dimenticare altre parti fondamentali di sé, come
la sfera del ragionamento o quella emotiva e l’interesse eccessivo verso il
proprio corpo può far sentire inadeguati, perché il modello da raggiungere è
troppo lontano, dando origine a malattie come l’anoressia.
Bisogna alzare il livello di
consapevolezza partendo dalla scuola, che ha l'arduo compito di proporre modelli di riferimento diversi, e dai media, affinché assumano coscienza della grandissima responsabilità che hanno verso la società. Un'osservazione: se la donna viene rappresentata come
oggetto, il femminicidio non è più un omicidio nella mente di chi lo compie!!!
Dunque, ci meravigliamo ancora del fatto che il femminicidio sia un fenomeno italiano????